Per un’estetica della potenza
di Benedetta Zavatta (Università “Carlo Bò”
di Urbino)

Fu probabilmente per un caso fortuito che, nel 1862, il giovane Nietzsche, studente a Pforta, si imbattè nella raccolta La condotta della vita, il frutto più maturo della riflessione di Ralph Waldo Emerson (1803-1882) esposta fresca di stampa nella vetrina di un librario di Lipsia. Entusiasta del vigore che animava il pensiero dell’americano,
Nietzsche si procurò in breve tempo anche i Saggi: prima e seconda serie, i quali lo spinsero ben presto a cimentarsi nelle prime, acerbe riflessioni di carattere filosofico 1 . Le opere emersoniane, pubblicate in traduzione tedesca e faticosamente promosse da un ristretto circolo di estimatori facenti capo a Hermann Grimm e Gisela von Arnim, avevano fino a quel momento incontrato un blando favore di pubblico tra gli intellettuali tedeschi 2 . In seguito al fallimento dei moti rivoluzionari del ‘48, la Germania si trovava in uno stato di arretratezza economica e sociale cui faceva riscontro una profonda crisi
ideologica, segnata dal tramonto della fede nel progresso storico e dal più disperato pessimismo. La filosofia di Schopenhauer, anche e soprattutto nella popolare mediazione di Eduard von Hartmann, conobbe a quel tempo la sua maggiore fortuna.
Con il sarcasmo verso ogni ideologia progressista e il rifiuto del mondo e della storia, il sistema schopenhaueriano divenne l’emblema del disimpegno borghese in cui era sprofondata una generazione di intellettuali delusi e sconfitti 3 . La voce di Emerson si inseriva in questo contesto come una nota dissonante, dai più fraintesa come il superficiale tentativo di riproporre un idealismo che in Germania aveva ormai fatto il suo tempo. In realtà, seppure il Trascendentalismo americano fosse innegabilmente sorto sulla spinta del romanticismo inglese e dell’idealismo tedesco, esso si configurò come risposta a una situazione socio-politica assolutamente senza precedenti. F.J. Turner, nel suo ormai classico studio sul significato della frontiera nella storia americana, osserva come i valori, le istituzioni, i costumi europei vengano progressivamente modificati dall’ambiente del Nuovo Mondo fino a diventare qualcosa di totalmente altro.

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