Il Credito Sociale / Vai a parte 1 | 2

Il denaro conforme al reale

Il denaro di Martin, sull'Isola dei Naufraghi, non avrebbe avuto alcun valore se non vi fosse stato alcun prodotto sull'Isola. Anche se il suo barile fosse stato realmente pieno d'oro, che cosa quest'oro avrebbe potuto comprare in un'Isola senza prodotti? Oro, o denaro di carta, o qualsiasi importo di cifre nel libro di conto di Martin, non avrebbe potuto nutrire nessuno, se non vi fossero stati dei prodotti alimentari. La stessa cosa vale per i vestiti. E così per tutto il resto. Ma c'erano dei prodotti sull'Isola. Questi prodotti provenivano dalle sue risorse naturali e dal lavoro della piccola comunità. Questa ricchezza reale, che da sola dava valore al denaro, era proprietà degli abitanti dell'Isola e non proprietà esclusiva del banchiere Martin. Egli infatti li indebitava per ciò che ad essi apparteneva. Essi l'hanno compreso quando hanno conosciuto il Credito Sociale; hanno capito infatti che il denaro, come ogni credito finanziario, è basato sul credito della società stessa e non sull'operazione del banchiere. Hanno compreso quindi che il denaro doveva essere di loro proprietà dal momento in cui esso cominciava ad essere prodotto; per questo motivo doveva essere consegnato a loro, diviso tra di loro, pronto a passare in seguito dagli uni agli altri secondo il va e viene della produzione degli uni e degli altri. La questione del denaro diventava da quel momento per loro ciò che è essenzialmente: una questione di contabilità. La prima cosa che si esige da una contabilità è di essere esatta, conforme alle cose che essa esprime. Il denaro deve essere conforme alla produzione o alla distruzione di ricchezza, deve seguirne il movimento: produzione abbondante, denaro abbondante; produzione facile, denaro facile; produzione automatica, denaro automatico; gratuità nella produzione, gratuità nel denaro.

Il denaro per la produzione

Il denaro deve essere al servizio dei produttori nella misura in cui ne hanno bisogno per mobilizzare i mezzi di produzione. Questo è possibile, poiché è già stato fatto quando fu dichiarata la guerra. Il denaro, che mancava dappertutto da dieci anni, arrivò tutto ad un tratto; e durante i sei anni di guerra non vi fu più alcun problema di denaro per finanziare tutta la produzione possibile e richiesta. Il denaro può dunque essere, e deve essere, al servizio della produzione pubblica e della produzione privata, con la stessa fedeltà con cui fu al servizio della produzione di guerra. Tutto ciò che è fisicamente possibile per rispondere ai bisogni legittimi della popolazione deve essere reso finanziariamente possibile. Ciò sarebbe la fine degli incubi dei corpi pubblici. E sarebbe la fine della disoccupazione e delle sue privazioni, finché restano delle cose da fare per rispondere ai bisogni, pubblici o privati, della popolazione.

Tutti capitalisti, dividendi ad ognuno

Il Credito Sociale prevede la distribuzione di un dividendo periodico a tutti. Una somma di denaro che, diciamo, sarà versata ogni mese ad ogni persona, indipendentemente del suo impiego - tutto come il dividendo versato al capitalista, anche quando egli non lavora personalmente. Si ammette che il capitalista dà i dollari; colui che investe denaro in una impresa ha diritto ad un reddito sul suo capitale, reddito che si chiama dividendo. Ci sono altri individui che mettono il suo capitale in opera, e questi altri sono ricompensati per questo, in salari. Ma il capitalista trae un reddito dalla sola presenza del suo capitale nell'impresa. Se vi lavora personalmente, tira allora due redditi: un salario per il suo lavoro ed un dividendo per il suo capitale. Ebbene, il Credito Sociale considera che tutti i membri della società sono capitalisti. Tutti possiedono in comune un capitale reale che concorre molto di più alla produzione moderna del capitale-dollari o del lavoro individuale da impiegati. Qual è questo capitale comunitario? Dapprima vi sono le risorse naturali del paese, che non sono state prodotte da nessuno, che sono gratuità da Dio a coloro che abitano questo paese. Poi vi è la somma delle conoscenze, delle invenzioni, delle scoperte, dei perfezionamenti nelle tecniche di produzione, di tutto questo progresso, acquisito, accumulato, ingrandito e trasmesso da una generazione all'altra. Questa è una eredità comune, guadagnata dalle generazioni passate, che la nostra generazione utilizza ed ingrandisce ancora per passarla alla seguente. Questa non è la proprietà esclusiva di nessuno, ma un bene comunitario per eccelenza. E questo è il più grande fattore della produzione moderna. Eliminate solamente la forza motrice del vapore, dell'elettricità, del petrolio - invenzioni degli ultimi tre secoli - e dite cosa sarebbe la produzione totale, anche con molto più lavoro, e ore più lunghe, per tutti i lavoratori del paese. Senza dubbio, servono ancora dei produttori per mettere questo capitale in rendimento, ed essi ne sono ricompensati dai loro salari.

Ma il capitale stesso deve valere come dividendi ai suoi proprietari, dunque a tutti i cittadini, tutti ugualmente co-eredi delle generazioni passate. Poiché questo capitale comunitario è il più grande fattore di produzione moderna, il dividendo dovrebbe essere capace di procurare ad ognuno almeno quello che occorre per provvedere ai bisogni essenziali dell'esistenza. Poi, nella misura in cui la meccanizzazione, la motorizzazione, l'automazione conquistano una parte sempre più grande nella produzione, con sempre minore lavoro umano, la parte distribuita dal dividendo dovrebbe diventare sempre più grande. Ecco, questa è un'altra maniera, completamente diversa da quella odierna, di concepire la distribuzione della ricchezza. Invece di lasciare delle persone e delle famiglie in grave povertà o di tassare quelli che guadagnano per venire in soccorso di chi non è più necessario alla produzione, si potrebbe assicurare a tutte le persone un reddito di base dal dividendo. Migliore ripartizione alla sorgente. Sarebbe, nello stesso tempo, un mezzo appropriato alle grandi possibilità produttrici moderne per realizzare nella pratica il diritto di ogni essere umano all'uso dei beni materiali. Diritto che ogni persona trae solamente dal fatto che esiste. Diritto fondamentale e imprescrivibile che Pio XII rammentava nel suo storico radio messagio del 1 giugno 1941: "I beni creati da Dio sono stati creati per tutti gli uomini e devono essere al disposizione di tutti, secondo i principi della giustizia e della carità. Ogni uomo, come essere dotato di ragione, ottiene in fatto dalla natura il diritto fondamentale di usare i beni materiali della terra... Un tale diritto individuale non dovrebbe essere soppresso in alcuna maniera, nemmeno dall'esercizio d'altri diritti sicuri e riconosciuti su dei beni materiali." Un dividendo a tutti ed a ognuno: ecco la formula economica e sociale più radiosa che sia mai stata proposta ad un mondo il cui problema non è produrre, ma distribuire i prodotti.

Non da un partito politico

Sono in molti, in parecchi paesi, a vedere nel Credito Sociale di Douglas la proposta più perfetta per servire l'economia moderna dell'abbondanza e per mettere i prodotti al servizio di tutti. Continua a prevalere questa concezione dell'economia, con il fine che diventi attualizzabile nella pratica. Sfortunamente, però, in Canada alcuni politicanti hanno disonorato le due parole "Credito Sociale" usandole per designare un partito politico. Questo è il più grave torto che mai è stato fatto alla comprensione e all'espansione della dottrina di Douglas. Ciò è diventato una sorgente di confusione e causa di diffidenza. Molta gente rifiuta a priori di sentire parlare del Credito Sociale perché pensa ad un partito politico, diverso da quello a cui hanno già dato la loro adesione. Pertanto il Credito Sociale, correttamente compreso, non è per nulla un partito - politico. E' esatamente il contrario. Il fondatore stesso della scuola creditista, C.H. Douglas, ha conoscenze certamente più approfondite di quelle "piccole teste gonfiate" che vogliono servirsi dell'idea superficiale che si sono fatti per cercare di soddisfare le loro ambizioni politiche. Ora, Douglas ha dichiarato chiaramente che c'è incompatibilità tra Credito Sociale e politica elettorale. Partito politico e Credito Sociale sono due termini che si escludono l'uno l'altro, per loro stessa natura, per il loro scopo, il loro motore, il loro spirito. I principi del Credito Sociale riposano su una filosofia. E questa filosofia dà la precedenza alla persona sul gruppo, sulle istituzioni, sul governo esso stesso. Tutta l'attività, fatta a nome del Credito Sociale autentico, deve essere un'attività al servizio delle persone. È un motore del tutto diverso da quello che anima e orienta le attività di un partito politico. Ogni partito politico, antico o nuovo, ha come primo scopo quello di conquistare o di conservare il potere, di diventare o di restare il gruppo che governerà il paese. E' la ricerca del potere per un gruppo. Il Credito Sociale, al contrario, concepisce il potere ridistribuito a tutti: il potere economico da un dividendo periodico che permette ad ogni individuo di dare dei comandi alla produzione del suo paese; il potere politico rende lo Stato e i governi al servizio della persona, e non le persone al servizio dello Stato. È il governo che interessa i partiti politici, mentre è la persona, il suo sbocciatre persona che interessa il vero creditista. La politica di partito incita i cittadini ad abdicare la loro responsabilità personale, il partito pone tutta l'importanza sul voto, su un atto di qualche secondo che il cittadino compie nascosto dietro uno schermo, dopo che gli è stato servito stufato elettorale in tutte le salse durante le quattro settimane precedenti. Il Credito Sociale, al contrario, insegna ai cittadini ad assumersi le proprie responsabilità, in politica come nelle altre cose, ed in ogni momento, fungendo da sorveglianza e da coscienza per i governi, gridando la verità e denunciando le ingiustizie senza tregua ovunque si trovino. Ogni partito politico, lottando l'uno contro gli altri nella ricerca del potere, contribuisce a dividere il popolo, ma ogni divisione indebolisce. Un popolo diviso, indebolito, si fa servire male. La dottrina del Credito Sociale, al contrario, rende i cittadini coscienti delle aspirazioni fondamentali comuni ad ogni persona. Un movimento creditista autentico insegna ai cittadini ad unirsi per formulare domande sulle quali tutti si accordino e per fare, al bisogno, le pressioni adeguate sui governanti, qualunque sia il gruppo al potere. E' per questo che il giornale "Vers Demain", da cui queste pagine sono tratte, raccomanda in politica che la pressione del popolo sia raggruppata fuori dei parlamenti, ma operi sui governi, al fine di farne gli eletti del popolo che legiferano nel senso del Credito Sociale. Per fare vincere grandi idee, come la concezione creditista dell'economia, si ha bisogno non di politicanti avidi di vanagloria e di denaro, ma di apostoli che si danno senza calcolo, non avendo in vista altro che il trionfo della verità e un mondo migliore per tutti; degli apostoli distaccati dalla ricompensa materiale e che facciano tutto il loro possibile per la causa abbracciata, rimettendosi, per il resto, nelle mani di Dio. Il giornale "Vers Demain" lavora per formare questi apostoli. Il giornale "Vers Demain" presenta i loro obiettivi, le loro attività e le loro attuazioni.

Louis EVEN