IL CONCETTO DI SÉ IN PROSPETTIVA CULTURALE
di
ELENA ANTONELLI e VITTORIO RUBINI (Università di Padova) tratto da GIORNALE ITALIANO DI PSICOLOGIA / a. XXVI, n. 1, marzo 1999   Parte 1 - 2 - 3

Parte 2

sua ricerca e ai dati stessi che raccolse. Il sistema di codifica da noiadottato è una versione leggermente modificata in una ricerca precedente(Antonelli, 1993), allo scopo di rilevare gli autoschemi di connessione-interdipendenza e di separazione-indipendenza, e per l'adattamento alle risposte fomite da soggetti italiani. Le categorie e subcategorie comprese nel nostro sistema di codifica sono le seguenti: Fisica, Sociale (che comprende le subcategorie Familiare, SentimentaleAmicale, Sessuale, Lavorativa, Politica, Etnica-geografica, Religiosa e Anagrafica), Attributiva (suddivisa nelle subcategorie Attributi psicologici di comunione, Attributi psicologici definiti, Attributi psicologici puri, Preferenze-interessi, Abitudini-attività, Credenze-opinioni); Globale (che prevede le subcategorie denominate Universale, Esistenziale e Fato), Situazione esistenziale, Metaforica, Situazione Immediata eRisposte senza senso (l'Appendice B riporta brevi descrizioni dei contenuti delle categorie ed esempi di risposta).Il  sistema  di codifica illustrato  si è  dimostrato esaustivo  delle  risposte fomite al TST da soggetti italiani adulti: pressoché tutte le informazioni convogliate rientrano in una delle categorie (Antonelli, 1993).L'unità d'analisi dei protocolli è stata la frase indipendente formatada non più di una sequenza soggetto (anche sottointeso)-verbo (adesempio la frase «Io sono gentile e perdo raramente la pazienza» ècostituita da 2 unità).L'attendibilità della codifica è stata valutata, confrontando la categorizzazione effettuata da uno degli autori del presente lavoro e quella eseguita da un giudice esperto su un campione di 100 protocollitratti a caso. Seguendo la letteratura di settore (Cousins, 1989; Prentice, 1990), la concordanza sull'assegnazione alle varie categorie è statacomputata contando il numero di unità d'analisi su cui i due giudicisi sono trovati d'accordo. La percentuale d'accordo è stata del 93%. Icasi su cui non si era d'accordo sono stati facilmente risolti tramitediscussione tra i due giudici, con la supervisione dell'altro autore diquesto lavoro. (1)Per ogni protocollo sono state computate le frequenze di rispostaper ciascuna categoria del sistema di codifica.

Soggetti

Il campione di 1009 soggetti era così composto:

  • 283 maschi settentrionali;
  • 294 femmine settentrionali;
  • 224 maschi meridionali;
  • 208 femmine meridionali.

L'età media era di 32 anni, con un minimo di 18 ed un massimo di71 anni. I giovani sono la categoria maggiormente rappresentata, infatti il 54% dei soggetti si colloca nella fascia 18-30 anni, il 25% nella fascia 30-40 anni, il 18% nella fascia 40-50 anni e il 3% ha più di 50 anni.  La maggior parte dei soggetti possiede il diploma di scuola mediasuperiore (55.1% dei maschi e 54.4% delle femmine settentrionali;52.7% dei maschi e 39% delle femmine meridionali) e lavora comeoperaio (69.6% dei maschi e 41.2% delle femmine settentrionali;66,5% dei maschi e 49% delle femmine meridionali).  (2)

Procedura

Nella maggior parte dei casi il TST è stato somministrato collettivamente (a gruppi di numerosità  variabile), nella sede di lavoro deisoggetti, durante la pausa per il pranzo o durante corsi di formazione,aggiornamento, ecc. In nessun caso è stato chiesto ai soggetti di interrompereil loro lavoro. Il TST veniva presentato, insieme ad altri strumenti i cui risultati non sono illustrati in questa sede, come un questionario per rilevare ciò che le persone pensano di se stesse. Non venivano dati limiti di tempo. Per compilare il TST i soggetti hanno impiegato tempi compresi tra un quarto e tre quarti  d'ora circa.

Analisi dei dati

Poiché la maggior parte dei soggetti non ha fornito esattamente 20risposte al TST, per ogni soggetto sono state computate, per ognunadelle categorie del sistema di codifica, le proporzioni di risposte sultotale di risposte fornite.Usualmente nelle autodescrizioni dei soggetti occidentali, compaiono scarsi riferimenti ai propri ruoli sociali per cui, seguendo altri autori (ad es. Triandis, McCusker e Hui, 1990), per ogni protocollo lerisposte appartenenti alle categorie sociali sono state sommate alloscopo di costituire tre punteggi denominati Sociale 1, Sociale 2 e Sociale 3. Sociale 1 è dato dalla somma di tutte le risposte riferentesi adappartenenze a gruppi sociali; Sociale 2 è costituito dalla somma dellerisposte che si riferiscono ai ruoli sociali che implicano relazioni strette ed intime con gli altri e che possono quindi costituire indici più significativi di un autoschema di connessione-interdipendenza: ruolifamiliari, sentimentali, amicali e sessuali; Sociale 3 è invece dato dallasomma delle risposte inerenti i ruoli sociali in cui la componente pubblica è più accentuata e in cui i rapporti con gli altri sono più formalie che quindi meglio rappresentano l'autoschema di separazione-indipendenza: ruoli lavorativi, politici, religiosi ed etnici. Da notare che ilpunteggio Sociale 2 sommato a Sociale 3 non coincide con Sociale 1;infatti quest'ultimo comprende anche i ruoli anagrafici, che sono invece esclusi sia da Sociale 2 che da Sociale 3. Anche per questi punteggi-somma sono state calcolate le proporzioni sul totale di risposte fornite da ogni soggetto.

Per confrontare le concezioni di sé di uomini e donne e di settentrionali e meridionali nelle categorie critiche per gli autoschemi diconnessione e di separazione, alle proporzioni di risposta trasformatein arcoseno (Winer, 1971) è stata applicata un'ANOVA 2 (cultura:settentrionali vs. meridionali) X 2 (sesso: maschi vs. femmine) X 2(stato civile: sposati vs. singles), per dati non bilanciati. I confronti a posteriori sono stati effettuati impiegando la procedura HSD diTukey (per = .05).

L'inclusione del fattore «stato civile», in aggiunta alla cultura d'appartenenza e al sesso dei soggetti, è giustificata dal fatto che in una ricercaprecedente (Antonelli, 1993) tale fattore ha dimostrato di esercitare in modo piuttosto marcato la sua influenza sulle concezioni di sédelle persone, specialmente sulle dimensioni del sé che maggiormenterispecchiano il modo di rapportarsi agli altri.Dato l'ampio spettro dell'età dei soggetti, e anche a causa della differenza d'età tra sposati e singles (M = 37 ed M = 26 anni, rispettivamente), per ognuna delle categorie di risposta si è proceduto anchead un'analisi della covarianza, aggiungendo l'età come covariante allaAnova a 3 fattori sopra menzionata.

RISULTATI

In relazione al primo obiettivo dello studio, che era quello diesplorare i contenuti del concetto di sé di soggetti adulti, è possibilefare alcune osservazioni di carattere qualitativo, riferendosi all'ultimacolonna della tabella 1, in cui per una migliore leggibilità vengono riportate le percentuali di risposta per ogni categoria del TST, anzichéle proporzioni. Si può notare che la percentuale di attributi psicologici puri è nettamente la più elevata (44.63%). I contenuti del concetto di sé delcampione preso in esame sono quindi costituiti prevalentemente dacaratteristiche di personalità che descrivono il soggetto nella sua individualità («sono perspicace... pratico... timida...») e che prescindono dal riferimento a persone o situazioni. Seguono i ruoli sociali complessivi (12.67%) che, sebbene in percentuale nettamente inferiore,segnalano che i soggetti del campione si percepiscono anche come individui collocati in una rete di relazioni sociali. Anche gli attributi indicativi di preferenze-interessi («sono una a cui piace viaggiare...»)formano buona parte del concetto di sé dei soggetti (8.92%), comepure gli attributi di personalità che denotano comunione con gli altri («sono disponibile ad ascoltare gli altri...», 7.08%). Con una percentuale di risposte superiore al 5% si trovano anche i ruoli sociali indicativi di relazioni strette con gli altri (Sociale 2, ad es. «sono una madre», 6.49%), le descrizioni del proprio aspetto fisico («una bionda»,5.82%), le proprie attività-abitudini («faccio colazione presto allamattina», 5.70%). Tra le categorie che hanno ottenuto percentuali dirisposta superiori al 2% troviamo quelle che fanno riferimento ai ruoli sociali  maggiormente pubblici  (Sociale 3, ad  es.  «un  comunista»,4.61%), a proprie situazioni esistenziali («preoccupato per il lavoro»,3.83%), ai ruoli familiari (3.5%), agli attributi definiti («severa con imiei allievi», 2.91%), ai ruoli lavorativi (2.62%). Molte altre categoriehanno riportato percentuali di risposta tra l'1 e il 2%.

Particolarmente infrequenti, con percentuali inferiori all'1%, sono stati i riferimentialla propria appartenenza etnico-geografica e politica, ai propri ruolisentimentali e amicali, e le risposte Globali-fato.Si può quindi dire che, nonostante la netta prevalenza di attributipsicologici puri, il concetto di sé dei soggetti si è rivelato un'entitàsfaccettata,  confermando  quanto  avanzato  a  livello  teorico  (cfr,Markus e Wurf, 1987) e come dimostrato da L'Ecuyer (1990) consoggetti di numerose fasce d'età.Gli autoschemi di connessione-interdipendenza e di separazione-indipendenzaNei paragrafi che seguono verranno presi in considerazione i risultati dell'ANOVA relativi alle categorie di risposte critiche per la rilevazione degli autoschemi di connessione e di separazione. L'età si èdimostrata scarsamente influente, quindi si citeranno i risultati dell'analisi della covarianza solo quando questa ha prodotto cambiamentisignificativi nei risultati dell'ANOVA. Nessuno dei fattori consideratio le loro interazioni hanno prodotto effetti significativi sul numero dirisposte fornite al TST.

a) Confronto tra uomini e donne

Ruoli familiari. Il fattore sesso ha sortito un effetto significativo[F( 1,1001) = 10.20, p = .001] per questa subcategoria. Dalla tabella 2si può vedere che le donne hanno menzionato i propri ruoli familiariin misura maggiore degli uomini.Vi è anche un'interazione tra sesso e cultura [F(1,1001) = 6.11,p = .014]: i confronti post-hoc hanno dimostrato che le donne settentrionali si riferiscono ai propri ruoli familiari in misura maggiore di tutti gli altri gruppi di soggetti (4.34%), che gli uomini del sud si differenziano significativamente dagli uomini settentrionali (3.75% vs. 2.69%),i  quali non  differiscono  significativamente  dalle  donne  del  sud (3.13%). Infine, per i ruoli familiari, si è registrato anche un effetto principale dello stato civile [F(l,1001) =328.88, p= .000], specificato dall'interazione significativa tra sesso e stato civile [F(l,1001) = 8.37,p = .004]: sono le donne sposate a menzionare questi ruoli più di qualsiasi altro gruppo (6.35%), seguite dagli uomini sposati (5.33%), che si differenziano  significativamente  sia  dai singles  di sesso  maschile (0.96%) che da quelli di sesso femminile (1.03%).  

Ruoli sentimentali. In questo caso il sesso non ha prodotto alcun effetto significativo. Si è invece ottenuto un effetto principale dello stato civile [F( 1,1001) = 28.78, p = .000]. Come si può notare dalla tabella 2, sono i single che, ovviamente, pensano più spesso a se stessicome fidanzati, partner, amanti ecc.

Ruoli amicali. Per questa subcategoria si sono ottenuti effetti significativi delle interazioni cultura X sesso [F(l,1001) =7.31, p=.007], cultura X stato  civile [F(l,1001) =6.30,  p = .012]  e  cultura X sesso X stato civile [F(l,1001)=5.69, p=.017]. In quest'ultimo caso i confronti post-hoc hanno dimostrato che i maschi single del sud menzionano più ruoli amicali (1.71%) di tutti gli altri gruppi di soggetti e che maschi e femmine sposati del nord (1.10% e 1.12%) ne citano in numero significativamente maggiore dei maschi single del nord(.43%). Gli altri gruppi non differiscono significativamente tra di loro (si veda tab. 1).

Ruoli  sessuali.  Il  sesso  ha  prodotto  un  effetto  significativo [F(l,1001) = 17.35, p = .000]: i riferimenti al genere sono più numerosi nelle donne che negli uomini (tab. 2). Si è anche ottenuto un effetto principale dello stato civile [F(l,1001) =7.22, p = .007]: come si vede dalla tabella 2, sono gli sposati che fanno maggior riferimento a questa subcategoria.

Attributi di comunione. Si è ottenuto un effetto principale significativo del sesso [F(l,1001) =9.08, p=.003]; come si può notare dallatabella 2, sono le donne che, in misura maggiore degli uomini, fanno  riferimento nelle loro autodescrizioni a tali tratti. Anche il fattore stato  civile  ha  prodotto  un  effetto  significativo  [F(l, 1001) = 7.02, p = .008]: la tabella 2 evidenzia che gli sposati, più dei single, si autodescrivono attraverso questi attributi. Probabilmente, tuttavia, tale risultato è da mettersi in relazione alla maggiore età degli sposati. L'analisi della covarianza, avendo come covariante l'età, ha infatti annullato l'effetto dello stato civile [F(l,1000) =41  p = 52- B = 07  t = 2.27, p = .02].                                             

Attributi definiti. Anche in questo caso il sesso ha sortito un effetto significativo [F(l,1001) =4.55, p=.033]. Le donne, rispetto agli uomini, si autodefiniscono maggiormente tramite questo tipo di attributi  (tab. 2).

Ruoli sociali indicativi di relazioni intime con gli altri (Sociale 2).Per questo tipo di ruoli si è registrato di nuovo un effetto significativodel sesso [F(l,1001) = 10.10, p = .002], a favore delle femmine. Taleeffetto viene però specificato  dall'interazione tra  sesso e cultura[F( 1,1001) =11.83, p=.001]. Le donne settentrionali si riferiscono atali ruoli sociali più frequentemente di tutti gli altri gruppi di soggetti (7.86%) e gli uomini settentrionali meno di tutti gli altri gruppi (5.16%), mentre uomini e donne del sud si collocano a livello intermedio (rispettivamente 6.75% e 6.06%). Si è anche ottenuto un effetto principale dello stato civile [F(l,1001) = 118.33, p = .000] e dell'interazione tra stato civile e sesso [F(l,1001) =4.77, p=.029]. I confronti a posteriori hanno evidenziato che le femmine sposate, che ottengono una percentuale significativamente maggiore (10.53%) rispetto agli altri gruppi, e i maschi sposati (7.91%) menzionano un numero significativamente maggiore di questi ruoli sociali di quanto facciano i single di entrambi i sessi, che non differiscono significativamente tra di loro (3.79% per i maschi e 4.34% per le femmine).

Ruoli lavorativi. Per questa subcategoria si è ottenuto un effetto principale del sesso [F(l,1001) =29.42, p = .000] a favore dei maschi (tab.  2),   come  pure  dell'interazione  tra  sesso  e  stato  civile[F(l,1001) =3.94, p=.047]. I confronti post-hoc hanno evidenziatoche gli uomini sposati danno una percentuale significativamente maggiore (2.58%) di tutti gli altri gruppi di soggetti di autodescrizioni intermini di ruoli lavorativi, le femmine single la percentuale più bassa(1.63%), mentre maschi single e femmine sposate non differiscono

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